Blog,  broker,  educazione finanziaria,  l'investiario

Short Squeeze: cos’è e come funziona

Ciao Risparmiatori,

sono passati ormai 2 mesi dallo scoppio del caso GameStop.
Probabilmente molti di voi sapranno già tutto e avranno già archiviato il caso… la colpa è mia, sono in forte ritardo sulla “notizia” (il tempo è quello che è).

Poi, archiviato archiviato, mica tanto… l’altalena per GameStop non si è mai fermata, nella sola ultima settimana il prezzo è partito da 110$ per schizzare nuovamente vicino ai 350$ nella giornata di ieri… per poi assestarsi infine intorno ai 260$.

Ma evitiamo facili speculazioni, voglio approfittare di questi spunti per spiegarvi cos’è uno Short Squeeze e perché accade.

Non è banale… e sono sicuro che molti di coloro che dicono di averlo capito, non ne hanno appreso appieno il meccanismo. Provate a seguirmi.

Cosa vuol dire Short Squeeze?

Questa è la parte più semplice.

Se volessimo tradurre “Short Squeeze” in Italiano sarebbe “Spremitura delle vendite allo scoperto”… la traduzione è abominevole, ma in realtà rende molto bene l’idea!

In breve, uno Short Squeeze altro non è che un rialzo brusco e repentino, tale da spingere i trader ribassisti con posizioni Short, a chiudere le posizioni per limitare le perdite.

In condizioni “normali” di mercato (dove le posizioni Short sono contenute), questo porterebbe ad una “normale” volatilità del titolo… ma se in gioco ci sono degli Hedge Funds, che magari stanno scommettendo milioni o miliardi sul calo del titolo, questo rischia di trasformarsi in un vero rally al rialzo, con titoli che schizzano di 5, 10 o 30 volte il valore nel giro di pochi giorni!

Cosa vuol dire Shortare un titolo?

Anche questo è relativamente semplice e probabilmente sarà banale per quasi tutti voi.
Ma vorrei che questo articolo rimanesse anche per i neofiti e, alla facciaccia vostra, lo scrivo lo stesso.

Quando si fa trading di un determinato titolo (o azione), si può far trading prendendo 2 posizioni: Long e Short.

La posizione Long è la più ovvia. Acquisto un titolo perché penso che potrebbe aumentare il suo valore, nell’ottica di venderlo successivamente ad un valore maggiore e incassare la differenza come Plusvalenza.

Se invece prevedo che un titolo potrebbe calare, per i più svariati motivi, analizzo i grafici e l’analisi tecnica mi suggerisce un movimento ribassista, oppure i fondamentali non sono buoni, oppure è uscita una notizia particolarmente brutta che farà crollare l’azienda, allora un trader può “shortare” un titolo, nel tentativo di guadagnare comunque anche in un movimento ribassista.

Shortare un titolo (non sono un fan dell’italianizzare parole inglesi… ma facciamocene una ragione, si dice così!) vuol dire che un trader VENDE ORA, in anticipo, dei titoli che NON HA, prendendoli in prestito da qualcun altro sul mercato (al quale potrebbe pagare un interesse).

Questa operazione sarà possibile SOLO con la promessa che il trader successivamente dovrà riacquistare il titolo, per chiudere la posizione e “ridare” i titoli al proprietario precedente.
Se il trader ha VENDUTO i titoli prestati a 100€, per riacquistarli dopo e chiudere così la posizione a 90€, avrà guadagnato 10€. Avrà così ottenuto un guadagno da un titolo in calo.

In Italiano si chiama Vendita allo Scoperto (perché vendo una cosa che in realtà non ho).

Come funziona lo Short Squeeze?

La faccenda inizia a farsi interessante. Ma facciamo prima un paio di premesse.

Teniamo a mente che:

  • una volontà di acquisto tendenzialmente spinge il titolo al rialzo,
  • mentre una volontà di vendita lo spinge a ribasso.

Uno Short Squeeze inoltre sarà possibile solo se ci sono MOLTE posizioni Short aperte… ma intendo MOLTE MOLTE!
Se ci sono solo io, Emanuele, che scommetto 100 azioni Short, quando Emanuele dovrà riacquistare le 100 azioni farà poca differenza.

Ma GameStop era (e forse è ancora) nella posizione perfetta.
Il famigerato ticker GME (che abbiamo visto spammato ovunque!) era shortato per quasi il 140% delle azioni presenti sul mercato.

Differenza tra flottante e capitalizzazione

Quando si parla delle azioni “presenti sul mercato” si parla di flottante, che non coincide quasi mai alla capitalizzazione della società.

Il flottante è una parte della capitalizzazione, quella libera sul mercato, che non include eventuali quote di partecipazioni bloccate o di controllo.

La capitalizzazione invece è il valore di mercato della società, inteso come prodotto, ossia moltiplicazione tra il numero delle azioni in circolo per il loro valore di mercato.

Detto questo, dire che GameStop era shortato per quasi il 140% del flottante, vuol dire che erano state prese in prestito e vendute il 140% delle azioni presenti sul mercato!

Quasi il 40% in più di tutte le azioni sul mercato.

Ma com’è possibile shortare oltre il 100% delle azioni sul mercato?

La risposta è semplice, ma non scontata.
E’ possibile solo se un titolo viene prestato più volte, prima che le posizioni Short vengano chiuse con il relativo riacquisto.

Semplifichiamo, con un esempio estremo:

  • TizioRetail ha fisicamente 450 titoli su 1000 presenti a mercato (improbabile, ma seguite l’esempio).
  • FondoDiabolico li prende in prestito per Shortarli perché pensa che il titolo crollerà… così li vende tutti a CaioRetail.
  • Ma FondoDiabolico NON chiude la posizione, aspetterà il crollo previsto, possibilmente al suo culmine, per massimizzare i profitti.
  • Arriva FondoMalvagio, che a sua volta li prende in prestito da CaioRetail per Shortarli a sua volta verso a SempronioRetail.
  • Anche FondoMalvagio NON chiude la posizione, aspettando il ribasso previsto per massimizzare i guadagni.
  • Se anche SempronioRetail presterà i suoi 450 titoli ad un nuovo FondoSpietato, per Shortarli ad un nuovo InvestitoreRetail, ecco che avremo prestato 1.350 titoli, su 1.000 che c’erano sul mercato.

(I nomi sono naturalmente inventati e ho chiamato i fondi Diabolico, Malvagio e Spietato solo per divertimento, per sottolinearne la vena speculativa… non è che i fondi sono tutti cattivi :-P)

Questo rapporto, titoli in posizione Short rispetto ai titoli presenti nel flottante, prende il nome di Short Interest ed è un indicatore particolarmente interessante, che definisce un certo sentimento del mercato su quel titolo. Uno Short Interest è considerato elevato quando è >20%.

Nell’esempio sopra, 1.350 titoli su 1.000 a flottante, porterebbe lo Short Interest a 135%, ancora sotto a quello che aveva Gamestop, che era pari al 138% circa.

Ma perché un titolo fortemente shortato dovrebbe schizzare verso l’alto?

Adesso viene il bello.

Uno Short Interest del 140% vuol dire che, in termini estremamente pratici, ci sono ordini di acquisto in canna pari al 140% delle azioni sul mercato.
Ordini di acquisto che si spera di fare al prezzo più basso possibile… ma pur sempre ordini di acquisto!

Cosa succederebbe se un improvviso rialzo portasse ad iniziare a chiudere alcuni Short, per limitare le perdite?

UN EFFETTO VALANGA, letteralmente!
Le chiusure degli Short, che di fatto sono acquisti, aumenteranno l’effetto di rialzo, portando ulteriori posizioni Short in chiusura, che aumentano ulteriormente il rialzo, che portano altri Short a chiudersi, aumentando ancora di più il rialzo…. E così via…

Ma con il 140% di “promesse” di acquisto in canna, l’effetto potrebbe essere devastante… e così è stato!

GameStop è passata da circa 17$ a valori di pre-mercato superiori a 500$, nel giro di pochi giorni.

Al punto che alcune piattaforme di trading e broker tra i più popolari, soprattutto in America, hanno imposto restrizioni, vietando transazioni sul titolo (e su altri presi di mira dal gruppo Reddit Wallstreetbets, dove tutto è cominciato). Tra queste possiamo citare le famosissime Robinhood e Interactive Brokers, che adesso dovranno far fronte a delle Class Action legali, per manipolazione del mercato.

Ma quindi, com’è andata a finire?

Qualche fortunato che ha acquistato a 20/30$ le azioni GME e sia riuscito a rivenderle a 200/300$, c’è sicuramente!
Ed in questo caso avrebbe moltiplicato il capitale investito per X10.
Anche qualche fortunato che le ha acquistate a 50$ per rivenderle a 150$… avrebbe fatto “solo” X3.

Ma c’è anche qualche ritardatario sfortunato che ha acquistato sui massimi, subendo poi il crollo successivo e perdendo buona parte dell’investimento iniziale.

Qualcuno si è fatto male con GME
Qualcuno si è fatto male con GME…

Ciononostante, tra i giocatori che si sono fatti più male sicuramente ci sono alcuni Hedge Funds.
Uno degli Hedge Funds che è rimasto più scottato è Melvin Capital.

Il fondo aveva largamente scommesso sul crollo del titolo e gestiva ad inizio anno qualcosa come 12,5 billions di $ (attenzione alla trasformazione… billions NON è billioni, bensì miliardi!).
A fine Gennaio, a causa delle perdite dovute allo Short Squeeze di GameStop, ha riportato perdite pari al 53%… non proprio bruscolini…

Per concludere, il titolo nelle ultime settimane sembra aver ripreso a muoversi violentemente… sembra che la storia sia tutt’altro che finita.

E’ sicuramente appassionante e fa venir voglia di provare, di buttarsi, vero?
Le tentazioni sono sempre tante negli investimenti. Ma state attenti, cercate di darvi una certa disciplina e seguite sempre il razionale, state attenti alle emozioni.
E se volete fare mosse azzardate, mettete in preventivo che potreste perdere quel capitale investito.
Ricordate che la nostra testa tende a SOTTOVALUTARE i rischi di quello che VOGLIAMO fare.

E’ meglio mangiarsi le mani, perché abbiamo guadagnato poco… che mangiarsi le mani perché abbiamo perso tutto.
Detto questo, siete adulti e vaccinati e non sarò io a dirvi dove dovete puntare le vostre 100 Lire.

A presto,
Emanuele

Sharing is caring… always!

Ciao, sono Emanuele e da qualche anno mi sto appassionando al P2P Lending e al Crowdinvesting. Sono un fan della FIRE community e pensiero. Seguitemi, Emanuele

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *